Sono il pittore ovvero "l'artista che pratica pittura" per molti addetti ai lavori è un limite,
cioè un sottile disprezzo o valutazione negativa della persona cui è riferita. La pittura invece. al pari di altri media, sopra qualsiasi motivazione possibile ed immaginabile, semplicemente
esiste, e non ha bisogno di chiedere permesso a nessuno per restare al mondo, come è sempre stato a partire dalle grotte di Lascaux ed Altamira. la pittura è tutto questo, e non esclusivamente
una delle tecniche utilizzata dagli artisti, è per me il desiderio di dipingere, dipingere, dipingere ancora, come un amante seducente e possessivo che brama ed esiste anche se sono al buio, o se
non guardo nella sua direzione.
Nella mia ricerca pittorica il rapporto con il mondo naturale assume il carattere d’immaginazione, affascinata da sempre dai vecchi intonachi, le figure appaiono e si stagliano in un ‘atmosfera
che si carica di mistero sacrale,come nella serie dei decollati, dove la figura in statica posa fa librare la testa all'interno del quadro, mentre il corpo apparentemente immobile vibra tra
le velature e le colature del colore . I lavori paiono trovarsi al di qua e al di là di un margine,della frontiera che separa l’interno dall'esterno del mondo naturale, inteso più che paesaggio
come luogo dell’instabilità e della modificazione interiore. Il soggetto non è imprigionato all'interno del quadro ,ma come da una quinta entra in scena un nuovo protagonista del racconto. Spesso
uso le mani che si contendono una sfera colma d'acqua che è il nutrimento base del quale noi stessi siamo composti e del quale nessun essere vivente può farne a meno e non sarà possibile
privatizzare come del resto non si può fare con l'aria e cos'altro ancora, per assurdo magari il pensiero!
Sono i tempi dell'ingordigia, della prevaricazione che determina il potere di pochi e il vantaggio a discapito di molti. Nessuna novità mi direte voi! E' sempre stato così! E così sarà ora
e sempre ? Cosa vuol dire allora essere pittore in questi tempi? “ Essere pittore significa principalmente essere pittura” con la consapevolezza di trasformare un pezzo di tela
o una carta in un’opera che non smetterà mai d’interrogarci, non semplicemente da fuori, ma semplicemente da dentro. Nel mio lavoro il fare assume un carattere d’immersione come fosse un respiro
che lentamente si stabilizza attraverso l’uso delle colature in una dinamica crescita di fuggevoli pennellate che cresce orizzontalmente e verticalmente oltre i limiti spaziali imposti. I miei
lavori divengono presenze visive ambigue , lungo le quali si attua una dinamica di non ritorno e di continuo sconfinamento tra corporeità fisica e percezione psicologica. La trama pittorica
accarezza percorsi infinitesimali di luce ed ombra, in un lento manifestarsi del vivente capace di confondere l’esterno e l’interno, separandoli e unendoli, tra verità ed illusione, tra la
superficialità e la consapevolezza di voler ribaltare i termini della questione. E’ il “Duende” il potere misterioso che tutti sentono e che nessun filosofo spiega, è lo spirito della
terra, la parola chiave di un testo poetico che ribalta l’immagine, apre un campo visivo che nasce dall’assenza di confini rigidi nel quale il disordine svelato apre un campo privo di gerarchie.
E’ la pittura che rincorre il suo sogno, insegue le immagini e fissa la loro scomparsa.